Frammenti di maioliche di uno scavo: ricerca di attacchi
Nel 1973,
demolendo alcuni vecchi lavatoi pubblici per realizzare una piazza, fu
ritrovata l´imboccatura di un antico pozzo idrico, riempito dopo l´abbandono
con gli scarti di lavorazione delle vicine fornaci ceramiche. Lo scavo, avviato
in maniera approssimativa dai dipendenti comunali, fu fatto proseguire sin dal
1975 con metodo scientifico dalla Soprintendenza Archeologica per la Toscana.
Il contenuto del pozzo rappresentò una vera rivelazione, in grado di cambiare
molte conoscenze apparentemente acquisite sulla storia della ceramica
rinascimentale, e non soltanto di quella d´area fiorentina. Grazie ai reperti
qui rinvenuti, infatti, Montelupo si configurava come un centro di produzione
di fondamentale importanza, assumendo inaspettatamente la fisionomia di un
luogo specializzato per la fabbricazione della maiolica, che non soltanto era
in grado di soddisfare le esigenze del mercato di Firenze, ma anche di animare
cospicue correnti di esportazione in tutto l´area mediterranea ed anche lungo
le rotte commerciali atlantiche Dallo scavo del pozzo emergeva dunque un quadro
storico di grandissimo interesse, grazie al quale la storia della comunità
montelupina poteva essere finalmente ricostruita nella sua reale consistenza e
nel suo effettivo significato.
L´allora soprintendente archeologo per la Toscana, Guglielmo Maetzscke, pensò
di organizzare a Montelupo lo studio sistematico ed il restauro delle ceramiche
rinvenute nel pozzo, ormai noto come “pozzo dei lavatoi”. L´amministrazione
comunale, per supportare al meglio il progetto dell´autorità di tutela, si
dotò, dunque, di un ambiente apposito, ove i materiali di scavo potevano essere
immagazzinati, restaurati e studiati. L´opera di recupero sistematico della
documentazione proveniente dal “pozzo dei lavatoi” fu affidata ad alcuni
giovani volontari. Col passare del tempo, la popolazione di Montelupo venne
sempre più ad appassionarsi al progetto di scavo del pozzo: grazie
all´esplorazione di questo giacimento si stavano infatti restituendo alla
cittadina valdarnese il ruolo storico che essa aveva a lungo esercitato, e che
poi a causa di un lungo processo di decadenza era caduto nell´oblio.
Mentre si programmava la prima mostra sulle ceramiche di scavo del pozzo,
questo primo nucleo di appassionati decise di associarsi, formando il GRUPPO
ARCHEOLOGICO di MONTELUPO, che ebbe come prima sede istituzionale la Biblioteca
civica (oggi si trova in un complesso apposito in via A. Gramsci al n. 67).
I primi passi del GAM e l´inizio delle ricerche di superficie furono la fondamentale
premessa per lo sviluppo delle indagini archeologiche sul territorio.
Alla fine del 1977, e poi ancora nel 1978, il Gruppo Archeologico di Montelupo
contribuì fattivamente all´allestimento dei tre eventi espositivi (a Montelupo,
presso la scuola elementare “Corradini”; a Firenze, Palazzo Davanzati, e poi
ancora a Montelupo, presso il Centro Sociale dell´Ambrogiana) realizzati per la
valorizzazione dei materiali ceramici rinvenuti nel “pozzo dei lavatoi”.
In occasione di tali eventi, i soci del neonato Gruppo ebbero modo di
incontrare alcuni archeologi, i quali proposero loro di espandere le loro ricerche
al territorio. Fu in particolare l´incontro con Fabio Martini e Lucia Sarti, allora
giovani archeologi preistorici, oggi rinomati docenti universitari, che si
rivelò decisivo per avviare l´attività di ricerca sul campo. In zona, infatti,
erano stati segnalati da tempo importanti insediamenti preistorici: il GAM,
comprendendo l´importanza della sorveglianza delle aree interessate e di
avviare su di esse una serie di indagini intensive, iniziò a battere
regolarmente il territorio montelupino.
Le ricerche sistematiche, incoraggiate anche dalla Soprintendenza e
dall´Università di Siena, soprattutto per un progetto di documentazione della
preistoria del Medio Valdarno Fiorentino, si allargarono ai territori
viciniori, portando non soltanto alla scoperta di 111 stazioni preistoriche
all´aperto di vari periodi, ma anche al rinvenimento di numerosi siti di
interesse protostorico e storico.
Imponente è
il numero degli interventi di scavo o recupero effettuati sin dalla sua nascita
dal Gruppo Archeologico di Montelupo. Si fornisce di seguita un elenco dei più
importanti, suddivisi tra ambito urbano ed extraurbano.
ATTIVITA’ SVOLTA DAL GRUPPO ARCHEOLOGICO DI MONTELUPO
ATTIVITA’ DI SCAVO E RECUPERO
SCAVI e RECUPERI in AMBITO URBANO
(Ritrovamenti
di ceramica dei secc. XIV-XVIII che hanno permesso la
creazione del Museo della ceramica di Montelupo)
1977 Pozzo dei Lavatoi, fine della prima fase
1980-81 Osteria del Sole, via XX settembre
1981 Fraternità Misericordia, via B. Sinibaldi
1981 Località Puntazza
1982 Scantinato museo e saggio orto, via B. Sinibaldi
1983-2009 Pozzo dei Lavatoi seconda fase
1985-88 LARES, via XX Settembre
1998 Adiacenze museo e centrale termica, via giro delle mura
1989-90 Ex manifattura Tolmino Bellocci, corso Garibaldi
1991 Fondo Pinelli, già piazza dei Balli
1992-1994 Casa Baccio (Borsellini), area del castello
1994 Casa Scatragli, piazza dei gelsi
1996 Casa Spagni, area del castello
1997 Oratorio Madonna della Neve, via XX settembre
1997 Casa Alderighi
1997 Torre Frescobaldi
2001 Ex orto Piatti, discesa del castello
2002 Fondo Taccini, via XX settembre
2003 Torre del circuito murario ovest, via XX settembre-torre
2004 Proprietà Faucci, piazza dei gelsi
2005 Area di nuova viabilità per variante Malmantile
2006 Area di nuova pavimentazione, oggi Largo San Piero
2006 Piccola area a verde di San Miniatello
2010 Ex cinema Excelsior, corso Garibaldi
2012 Ex Cinema Risorti, via B. Sinibaldi
SCAVI ARCHEOLOGICI in AMBITO EXTRAURBANO
(Scavi effettuati
con concessione ministeriale. I reperti trovati hanno permesso la costituzione
del Museo archeologico di Montelupo)
1981 Poggio alla Malva (con Università di Siena)
1982 Pianali (con Università di Siena)
1986 Capanna I dell’età del bronzo di Bibbiani
1987 Capanna eneolitica di Capraia
1988-89 Capanna II di Bibbiani
1989-94 Villa romana del Vergigno (scavo europeo, con Complutense di Madrid)
1995 Castello di Montelupo
1996-2010 Capanna III di Bibbiani (con Università di Siena)
1998-2000 Castello di San Vito e Fontina
2001 Turbone (con Università di Siena)
2004-18 Sito etrusco di Montereggi
2004-07 Ex complesso ecclesiastico Ss. Quirico e Lucia
2005 Pieve di Sant´Ippolito-fase I
2009-2012 Sito preistorico di Scopeti (con Università di Siena)
ALTRE ATTIVITA’
Indagini, studi e classificazione di reperti ceramologici, consolidamenti di reperti archeologici, attività di salvaguardia e valorizzazione delle aree archeologiche di competenza, conferenze, collaborazione con le istituzioni locali, attività e progetti nel campo dell’educazione e della promozione culturale del territorio, visite guidate nelle aree archeologiche del territorio, socio fondatore e membro del C.d.A. della Fondazione Museo Montelupo.
La sala conferenze del Gruppo Archeologico di Montelupo
LA COSTANTE ATTIVITA´ sui REPERTI RINVENUTI
consiste in:
a) lavaggio e consolidamento;
b) siglatura;
c) disegno e documentazione allo stato frammentario quando necessario;
d) divisione e scelta dei materiali per procedere alla ricomposizione dei
frammenti;
e) ricerca e ricomposizione da frammenti;
f) operazioni di reintegro della forma e, ove necessario, della decorazione
di reperti in ceramica;
g) schedatura dei reperti.
Le operazioni necessarie alla conservazione, allo studio e alla valorizzazione
dell´ingente patrimonio di reperti in particolare di quelli ceramici rinvenuti
in ambito urbano si svolgono presso il Centro operativo per gli scavi archeologici.
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